Post

Visualizzazione dei post da giugno, 2014

Patriottismo, calcio e malattie mentali.

Immagine
Il 24 giugno 2014 verrà ricordato, per un po’ e esclusivamente in Italia, come la giornata nera in cui per la seconda volta consecutiva (2010 e 2014) gli azzurri sono stati eliminati al primo turno dai mondiali di calcio. Ma non sarà ricordata così da tutti. Ve lo devo dire: non tutti in Italia sono appassionati di calcio! Prendiamoci un rigo per respirare e metabolizzare la botta. E vi dirò di più , non tutti sono disposti , nonostante non seguano mai il calcio, a guardare comunque la partita dell’Italia. Orrore! A questi pochi, per carità pochissimi (perché davvero ce ne sono?), che durante la trasmissione delle partite dal Brasile alla TV hanno deciso di uscire è accaduto qualcosa di inaspettato. No, non sono stati bloccati dalla ronda indipendente dei controllori della calcio mania che li ha costretti a vedere su un piccolissimo smart phone tutta la partita, hanno scoperto invece cosa vuol dire poter passeggiare nella propria città avvolta nel più folle e prolungato sil

Amazon contro Hachette contro Amazon. Qualche vantaggio per il lettore?

Immagine
Abbiamo iniziato il 2014 parlando di Amazon e dei suoi elfi smistatori , impacchettatori e spedizionieri, che percorrono magazzini grandi come stadi di calcio con turni di dieci ore al giorno, solo per inviare a casa nostra, nel tempo minore e al costo minore, l’oggetto che desideravamo e, nonostante la crisi , ancora volevamo e potevamo comprare. E se c’è un posto dove possiamo comprare davvero tutto, persino la stessa voglia di comprare, questo è Amazon .  Se quest'ultimo per esempio decidesse di promuovere un libro con una offerta super scontata a condizione di prenotarlo prima della sua uscita in libreria, è molto probabile che il libro in questione avrebbe  un numero di prenotazioni rilevanti, pre-acquisti che vengono conteggiati nelle classifiche dei best sellers. Pre-acquisti che porterebbero ad aumentare, spesso a creare, il successo di un libro, del suo autore e della relativa casa editrice. Tutti contenti? Beh, non i concorrenti della casa editrice che ha goduto del succ

I colori di una narrazione. Incontro con Paolo Giordano

Immagine
È un pomeriggio di luce e vento sottile , quello in cui mi dirigo verso la sede romana dell’Einaudi per intervistare Paolo Giordano. Non ci sono uccelli in volo. Almeno non ne vedo, nemmeno un piccione o un gabbiano, la cui vista non viene mai risparmiata alle macchie di turisti che si spingono fuori dalla metropolitana di Ottaviano per entrare in uno stato (Il Vaticano) dai confini invisibili e dai tesori inestimabili. Forse c’è davvero troppa gente per un uccello del paradiso. Tiro un sospiro e salgo le scale che mi portano a un corridoio stretto e una sala riunione zeppa di libri come di prammatica. Paolo Giordano ha già gli occhi puntati su di me. Hanno la stessa consistenza del cielo romano , per un attimo ti costringono a cercarvi qualcosa dentro. Dopo aver letto il suo libro Il nero e l’argento vi troverete spesso a guardare il cielo . Mentre camminate per strada, in bicicletta o anche in auto, se siete fra i fanatici del tettuccio trasparente (ed io lo sono). Ciò che cer

Osservare una palude…di scrittori.

Immagine
La fotografia necessita di osservazione . Fin qui nulla di eclatante mi direte. Ogni parola ha però la sua “soggettivazione” in chi la emette. Per Henri Cartier Bresson osservare (e volutamente utilizza questo verbo ben più impegnativo rispetto a “vedere” o “guardare”) vuol dire dedicare tutta la propria attenzione all’oggetto dell'osservazione, trasformandoci in scienziati dalla curiosità insaziabile, capaci di seguire e analizzare il movimento esterno e interno dei corpi che incrociamo. Fare questo impone all’osservatore l’incognito . Guai a far sentire alla preda i nostri passi che si avvicinano, guai a pensare di essere più importanti dell'osservazione che si sta compiendo. Bresson si riferiva ad alcuni suoi colleghi, che riteneva così impegnati a impressionare il pubblico con il proprio lavoro, da fare troppo rumore, spaventare l'oggetto della loro osservazione, ritrovandosi così da soli a contemplare una brutta foto. Qualcosa del genere è accaduto con la pubblic

Nixon contro Frost: i media trasformati in armi di distruzione di massa.

Immagine
I l nome di Richard Nixon , presidente degli USA dal 1968 al 1974, è associato dall’immaginario collettivo a uno degli scandali politici più famosi e famigerati di oltreoceano: il Watergate . Il tentativo dei Repubblicani di spiare con microfoni nascosti il quartier generale dei Democratici, costò a Nixon la presidenza e offrì una succosa storia ai media su cui per anni si disse tutto e il suo contrario, senza mai riuscire a ottenere da Nixon l’ammissione della sua colpa. Il presidente lasciò l’incarico “per il bene del Paese” e per evitare conflitti inutili, ricordando tutti i suoi grandi successi e accusando la magistratura e i media di essere stati al servizio dei Democratici. La storia sembrava ormai conclusa senza un colpevole e certamente senza qualcuno che pagasse per i suoi errori (Nixon si era trasferito in una splendida villa in California e il Presidente successivo, nonché suo ex vice presidente, Gerald Ford, gli aveva anche garantito un’amnistia), come spesso accade